Oceani in costruzione

La proposta intende ampliare e qualificare l’offerta dei servizi educativi in 4 Ambiti Territoriali campani, promuovendo lo sviluppo psicomotorio e quello delle competenze di base dei minori 0-6 attraverso un’offerta laboratoriale incentrata sulle competenze STEM, spesso poco valorizzate nella fascia d’età della prima infanzia. La strategia di intervento prevede la realizzazione di una serie di attività laboratoriali replicabili presso i 4 Ambiti Territoriali e realizzate sotto la supervisione di un comitato scientifico composto da esperti di arte-terapia, di psico-motricità e docenti del dipartimento di fisica dell’università “Federico II”. Le attività, che comprendono percorsi di arteterapia e di counseling per le famiglie, servizi di consulenza medico-pediatrica, la creazione 4 ambienti immersivi a sfondo scientifico e di 4 spazi biblioteca (in coerenza con il programma nazionale “Nati per leggere”), sono realizzate presso tre istituti comprensivi localizzati a Napoli (terza municipalità), Frattaminore (NA) e Forino (AV) e presso locali del Comune di Caivano (NA) dove verrà attivata una ludoteca che potrà ospitare fino a 15 bambini. A Frattaminore, all’interno dell’Istituto Comprensivo Colombo, è stata attivata una nuova sezione primavera (tot. 10 nuovi posti). Al fine di coinvolgere le famiglie più fragili e isolate dei 4 territori si prevede la realizzazione di momenti di outdoor education in aree verdi che coinvolgeranno almeno 40 bambini nella fascia 0-3 anni. Nella municipalità III di Napoli, è stato attivato un servizio sperimentale di educativa domiciliare che coinvolge circa 20 bambini 0-3 anni, in condizione di disagio socio-economico ed esclusi dalle graduatorie di accesso ai servizi pubblici. Complessivamente, l’intervento prevede di coinvolgere 200 bambini 0-6, di cui 110 nella fascia 0-3 anni e 90 nella fascia 4-6 anni e 80 genitori.

Il gruppo di ricerca in Didattica della Fisica del dipartimento di Fisica “Ettore Pancini” dell’università Federico II ha proposto un ciclo di attività rivolte ai minori e ai docenti degli istituti, pensato per integrare la formazione docenti con le attività svolte dai nostri ricercatori all’interno delle aule.

Scopo del progetto è trasformare gli STEM Lab in uno strumento educativo efficace per insegnare e apprendere le STEM sia nel contesto curricolare che in quello extracurricolare, al fine di contrastare il disagio scolastico e la povertà educativa. L’obiettivo è potenziare le competenze e le relazioni all’interno della comunità educativa. L’innovazione metodologica punta a introdurre un approccio che incentivi i giovani a imparare e sperimentare in prima persona, scoprendo le proprie abilità, sviluppando competenze e fiducia in sé stessi, coltivando il proprio talento e ampliando le aspirazioni, fornendo le basi per progettare attività che facilitino nuove forme di alfabetizzazione. I workshop di co-progettazione e formazione sono caratterizzati da un approccio che consente a docenti e operatori di progettare percorsi educativi centrati sugli studenti, valorizzando l’immediatezza degli esperimenti e dei fenomeni e la ricchezza dell’esperienza, al fine di creare un rapporto diretto con i temi delle STEM a livello cognitivo, emotivo, fisico e sociale. In questo contesto, gli approcci frontali e mono-direzionali lasciano spazio a indagini, al metodo scientifico, alla creatività e ai processi partecipativi, valorizzando il bagaglio personale dello studente come strumento per l’apprendimento, la comprensione e l’esperienza.

Il lavoro del gruppo di ricerca si articola in:

Attività con bambini

Le attività del gruppo si basano sulla progettazione di laboratori interattivi con i bambini che possono esplorare concetti fisici e matematici in modo coinvolgente e ludico. Le metodologie didattiche del gruppo consolidatesi nel corso degli anni con riflessioni e interventi sul campo, fanno riferimento alla ricerca in didattica della  matematica e delle scienze; si cerca di creare un ambiente di apprendimento dinamico, ci si focalizza su un approccio che permette agli studenti di costruire e condividere modelli interpretativi e matematici favorendo la metacognizione.

Alla base delle attività sperimentali vi è un approccio fenomenologico alla modellizzazione, un processo cognitivo complesso e non lineare, che coinvolge corpo, emozioni, immaginazione e pensiero-linguaggio senza una sequenza fissa.

La modellizzazione di fenomeni fisici e la formalizzazione matematica sono sfide significative a tutti i livelli scolastici. Tuttavia, un’esposizione precoce e sistematica, in contesti di apprendimento ben progettati, può facilitare un approccio socio-costruttivo all’apprendimento della matematica e della fisica, supportando la motivazione a lungo termine. La costruzione di modelli deve iniziare fin dall’infanzia, utilizzando capacità innate di astrazione e pensiero spaziale.

In questo contesto la mediazione educativa gioca un ruolo chiave poiché non si tratta di seguire una gerarchia standard di rappresentazioni per arrivare a una formulazione matematica delle fenomenologie, ma di:

– promuovere manipolazioni dirette fin dall’inizio del processo cognitivo, riflettendo su ciò che si osserva;

– bilanciare complessità e semplicità per permettere un’esplorazione senza guida rigida e identificare preventivamente sistemi interagenti e variabili rilevanti;

Formazione docenti

Molti insegnanti scelgono di non approfondire argomenti scientifici o di escluderli dal curriculo poiché risultano consapevoli di non possederne una buona conoscenza. Di conseguenza le materie scientifiche vengono trattate escludendo completamente la pratica sperimentale e la discussione critica. La risoluzione della problematica risiede nella trasmissione agli insegnanti dell’idea secondo cui la conoscenza scientifica, non deve essere intesa solo come una raccolta statica e passiva dei fatti e delle formule che non hanno un legame con la realtà, ma come lo strumento mediante il quale diviene possibile connettere e associare le informazioni già presenti in memoria, con quelle nuove. In questo modo, si presta maggiore attenzione sia ai risultati ottenuti, ma anche ai meccanismi attraverso cui la conoscenza viene acquisita, assimilata e modificata.

    Ambienti immersivi

    La costruzione di ambienti immersivi nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) rappresenta una delle frontiere più innovative e promettenti dell’educazione contemporanea. Questi ambienti sfruttano tecnologie avanzate come la realtà virtuale (VR), la realtà aumentata (AR), e la realtà mista (MR) per creare esperienze educative che vanno oltre le tradizionali metodologie di insegnamento, la costruzione di ambienti immersivi rappresenta una straordinaria opportunità per rivoluzionare l’insegnamento delle discipline STEM. Queste tecnologie non solo rendono l’apprendimento più coinvolgente e personalizzato, ma preparano anche gli studenti ad affrontare le sfide del futuro, sviluppando competenze critiche e pratiche in un contesto innovativo e stimolante.

    Gli ambienti immersivi, oltre ad avere un impatto significativo sull’educazione individuale, svolgono una funzione sociale cruciale quando sono resi disponibili in luoghi comuni come le scuole. La loro implementazione in ambienti scolastici contribuisce a promuovere l’inclusione, la collaborazione e l’uguaglianza di accesso alle risorse educative avanzate.

    La presenza di tecnologie immersive nelle scuole le trasforma in centri di aggregazione non solo per gli studenti ma anche per la comunità più ampia. Possono essere organizzati workshop, corsi serali e attività extracurriculari che coinvolgono genitori e membri della comunità, promuovendo una cultura dell’apprendimento continuo e della partecipazione attiva.

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